Palazzo Arcivescovile
Le ricerche riguardanti il Palazzo Arcivescovile non hanno prodotto grandi risultati: le guide ne parlano tutte superficialmente; per questo importante edificio vengono spese poche righe che ne ricordano solo l'esistenza e la presenza della gran Sala affrescata da Luca Cambiaso.
Una informazione interessante che desumiamo dalle guide del Ratti e dell'Anonimo è l'esistenza di una Piazza denominata de' Funghi, ora scomparsa, che collegava Palazzo Ducale al Palazzo Arcivescovile.
Evidentemente il Palazzo Arcivescovile veniva considerato una minore appendice della più attrattiva Cattedrale di S. Lorenzo e quindi tagliato fuori dalle passeggiate dei viaggiatori occasionali: nessuno dei testi, delle lettere e degli scritti analizzati accennavano al palazzo.
Le Guide
Carlo Giuseppe Ratti
Carlo Giuseppe Ratti, dopo aver descritto la visita alla Cattedrale di S. Lorenzo, parla del Palazzo Arcivescovile, «la cui gran Sala ha nelle volte in due medaglie due storie d'Abramo dipinte da Luca Cambiaso. In questo palazzo ha la sua residenza l' Illustrissimo Magistrato di Misericordia, di cui è capo l'istesso Arcivescovo. Sotto poi, ossia a pian terreno, oltre l'Archivio de' Notai, in cui si ripongono, e custodiscono tutte le scritture de' Notai morti senza eredi, sono le cancellerie della Curia Arcivescovile, che hanno l'ingresso nella Piazza de' funghi».
Anonimo Genovese
L' Anonimo Genovese nella Descrizione della città di Genova scrive: «Dalla piazza dei Funghi si passa al palazzo Arcivescovile. Per comoda scala ascendesi al piano superiore di esso attraversando il portico di cui è il passo all'Archivio dei Notai e alla Cancelleria arcivescovile. Al primo piano o riposo della scala è il Magistrato di Misericordia e quindi altra scala conduce alla chiesa Metropolitana. All'ultimo ripiano volgendo a destra son gli archivi arcivescovili e le sale d'udienza della Curia ecclesiastica, quindi è l'ingresso all'appartamento di residenza dell'Arcivescovo di Genova. Una gran sala tutta nella volta dipinta a fresco colla rappresentanza di un Concilio sinodale ed altre allegorie annunzia l'ingresso alle altre stanze. A destra è quella alla cappella tutta pure a fresco dipinta nella volta e nelle pareti. L'altare poi di questa è assai ricco in marmi egualmente che belle indorature la rendono cospicua e magnificentissima. Nell' Uffizio di Misericordia è a vedere un bel fresco staccato dalla parete, immagine della SS.Concezione di Domenico Piola. Nell'appartamento arcivescovile sono pure alcuni quadri di buon pennello».
Federico Alizeri
Federico Alizeri, nel Manuale del forestiere per la città di Genova del 1846, decide di redigere qualche riga su questo palazzo in Appendice al suo Manuale. Tra i Pubblici Stabilimenti, inserisce la storia del palazzo edificato nel 1535 da quanto desume dalle parole del Giustiniani riguardanti la chiesa di San Lorenzo, egli scrive che ha «il palazzo Archipiscopale contiguo, qual si rinnova a questi giorni con decente fabbrica».
Le parole del Giustiniani ci danno a vedere come, prima dell'attuale, esistesse un Episcopio più antico, costruito nel medesimo sito e forse eretto all'epoca in cui la sede vescovile fu trasferita dalla Basilica dei SS. Apostoli in San Lorenzo.
Alizeri racconta che nel XVI secolo Mons. Cipriano Pallavicini perfezionò ed abbellì la fabbrica facendo dipingere la sala a Luca Cambiaso con storie bibliche. Ulteriori modifiche furono eseguite nel 1803 dal Cardinale Giuseppe Spina ma non furono giudicate degne di nota dall'Alizeri che decise di non dilungarsi su queste.
Federico Alizeri
Federico Alizeri, nella Guida artistica per la città di Genova del 1846, nella prima giornata, dopo aver lungamente parlato della Cattedrale di S. Lorenzo, dedica alcune righe al Palazzo Arcivescovile. Ricostruito nel 1535, fu completato anni dopo per volere di Mons. Cipriano Pallavicino. Questi affidò il compito di dipingere la grande sala a Luca Cambiaso e riguardo ai suoi dipinti scrive: «Se questi dipinti del Cambiaso non appartengono all' epoca del suo colorire gagliardo e sugoso, hanno però una maestria di composizione, un' intelligenza di chiaroscuro , una franchezza di disegno e d' esecuzione, da testimoniare, quant' altra delle pitture di lui, il genio potente dell' autore.»
Federico Alizeri
Federico Alizeri nella Guida illustrativa del cittadino e del forestiero per la città di Genova e sue adiacenze del 1875, parla del Palazzo dell'Arcivescovo, ma decide di non spendere molte parole dato che la sua vecchia forma è stata stravolta. «Alle attuali misure fu tratto del 1530, per ordine di Marco Cattaneo procuratore del cardinale Innocenzio Cibo e a disegnarne le parti fu eletto il Marchesi da Caranca. Porgeva la fonte alle contrade di S. Matteo, laddove infino ai giorni nostri durò l'ingresso. Su questa facciata ebbe decoro di cornici e timpani in pietra nera di Promontorio, de' quali vi si veggono ancora assai parti intiere, lavoro di Gio.Pietro e di Gio. Maria di Passallo, lodati quadraturisti e statuari. La gran sala conserva pregevoli affreschi con tre storie bibliche di Luca Cambiaso, commessi dall'arcivescovo Cipriano Pallavicino, del quale havvi pure rappresentata la celebrazione del Sinodo sulla parete du fronte».
Bibliografia Guide
- Alizeri Federico, (Attribuito a) Manuale del forestiere per la città di Genova, Genova, 1846 pag. 382-383
- Alizeri Federico, Guida Artistica per la città di genova dell'avvocato Federigo Alizeri, Vol. I Gio. Grondona Q. Giuseppe Editore librajo, Genova 1846 pag. 76-78.
- Alizeri Federico, Guida illustrativa del cittadino e del forastiero per la città di Genova e sue adiacenze, Bologna, Forni Editore, 1972 pag. 25-26
- Poleggi Ennio e Poleggi Fiorella (Presentazione, ricerca iconografica e note a cura di), Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818, Genova, Sagep, 1969 pag. 204
- Ratti Carlo Giuseppe, Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura scultura et architettura autore Carlo Giuseppe Ratti pittor genovese, Genova, Ivone Gravier, 1780, pag. 55-56